
Buon venerdì gente!
Per la rubrica “giudicare tutti i film millantando doti critiche inesistenti“, oggi vi voglio parlare del film di Oliver Parker, ispirato (dire basato è un’eresia) al romanzo di Oscar Wilde.
Beh, immagino che conosciate tutti Dorian Gray, film di otto anni fa (oh mio Dio, sto invecchiando pure io) accolto dalla critica in modo quantomeno discordante.
Bene, un paio di giorni fa me lo sono riguardato e, tra un infarto e qualche momento di reale eccitazione (vedi foto del bel fusto qui sopra), sono arrivata alla fine.
Che dire, me lo ricordavo diverso. Ben Barnes era tipo il mio sogno erotico da quindicenne, bellissimo, sexyssimo, coccolosissimo… ora invece è solo coccoloso (all’inizio) e, per il resto del film, un bambolotto gonfiabile incapace di reggere il confronto con la sua controparte a olio (sì, sul serio, quel quadro è inquietantissimo, in entrambe le “versioni”)
Comunque, a parte tutto, il film è un insulto al capolavoro di Oscar Wilde.
Lasciamo perdere le differenze con il romanzo, mancano dei personaggi, il contesto storico è diverso, Dorian dovrebbe essere biondo, etc, particolari che importano poco o che, come spesso accade, ci si aspetta che debbano essere sacrificati in una trasposizione cinematografica. Passi anche il finale, con lord Henry che contribuisce attivamente alla distruzione di Dorian per salvare una figlia che nel libro non esiste. Anzi, è una buon espediente, sotto certi aspetti, che apre a nuove riflessioni.
E poi gli effetti speciali, molto ben fatti, come ben costruita è la rappresentazione visiva degli stravizi del protagonista, riproposti e spalmati su tutta la pellicola con un ritmo e una frequenza esasperati ed esasperanti.
Licenze funzionali, si potrebbero definire, adatte al nuovo contesto culturale che per forza di cose deve essere diverso da quello di fine Ottocento.
Funzionali sì, ma per cosa? Per veicolare un messaggio, il significato dell’opera letteraria o una sua possibile evoluzione non banale.
Sì, potrebbe essere, peccato che di messaggi in questo film non ce ne siano.
Niente infatti del film di Parker lascia trasparire l’enorme potere espressivo del romanzo di Wilde.